Jacques de Senlecque è stato un editore parigino (1612 – 1659) figlio d’arte suo malgrado, terzogenito ed omonimo del padre. Inizialmente non destinata a lui ma al primogenito, ha preso in mano la tipografia di famiglia nel 1637 a causa della morte prematura del fratello Jean. Fino ad allora aveva studiato in Inghilterra, conosceva l’italiano, il latino il greco, l’arabo, il siriaco, il tedesco e lo spagnolo, aveva studiato Filosofia Scolastica ed era un abile musicista, secondo varie testimonianza un polistrumentista (il liuto e la viola da gamba fra i suoi strumenti).
Perduta è una sua raccolta di musiche, pubblicata presso se stesso nel 1637. Egli tuttavia pubblica numerose opere a carattere ermetico. In due di queste (BASILE VALENTIN, Révélations des mystères des teintures essencielles des sept métaux, 1645, e JEAN BROUAUT, Traité de l’Eau-de-Vie ou Anatomie Theorique et Pratique du Vin, 1646) aggiunge suoi testi, che spesso superano in valore quelli dell’autore1.
Egli elabora inoltre due immagini molto significative (accanto ad altre): lo ‘scudo armonico’ (“Escusson Harmonique”), emblema della sua stamperia, ed il frontespizio. Esse sono state riprodotte da Eugène Canseliet, che considera Senlecque un Alchimista degno di essere studiato, in due dei suoi libri2 (Alchimia 1 e Trois Ancient Traités d’Alchimie).
Nella sua edizione del trattato di Basilio Valentino, egli inserisce questo testo ‘Avviso al Lettore’ in cui parla del suo immaginifico ‘Teatro Chimico’.
* * *
La dicitura di ‘Teatro Chimico’ appare per la prima volta con il ponderoso trattato pubblicato a Strasburgo (Argentoratum) nel 1602 da Lazarus Zetzner e proseguito nei decenni successivi a cura dei suoi eredi con ulteriori edizioni fino al 1662; esso consisteva nella raccolta dei più importanti alchimisti di sempre accanto a testi ritenuti validi contemporanei3.
Oltre al Theatrum Chemicum di Zetzner, esistono anche altri esempi con questo nome. Uno di questi è il Theatrum Chemicum Britannicum, pubblicato a cura di Elias Ashmole4, edito nel 1652, che include ‘opere di filosofi inglesi… nel loro antico linguaggio’ di cui possiamo riprodurre il frontespizio:

Fig. 1: Frontespizio del Theatrum Chemicum Britannicum, 1652, racolta di importanti testi ermetici a cura di Elias Ashmole.
Curiosamente (ma non troppo) Ashmole definisce se stesso ‘Mercuriofilo Inglese’.
Nel titolo leggiamo inoltre che esso contiene ‘severall poeticall pieces of our famous english philosophers’: il riferimento artistico – letterario è quindi presente e giustifica l’uso del termine ‘Teatro’, anche se il Filosofo Ermetico è spesso definito ‘Poeta’ con riferimento all’etimologia del termine greco, che viene da ‘fare’, e si riferisce all’aspetto operativo, di Laboratorio, dell’Arte Alchemica.
In confronto a tali opere monumentali, il ‘Teatro Alchemico’ di Jacques de Senlecque può apparire poca cosa: tuttavia esso ha una sua rilevanza, essendo la dichiarazione di un programma editoriale ben preciso, orientato alla pubblicazione delle opere alchemiche degli autori che egli (non a torto) riteneva i più importanti5 e che ha riportato nell’immagine di frontespizio delle due opere (di Basilio Valentino e di Jean Brouaut) sopra citate.
Nel riprodurre di seguito il testo inserito da Senlecque all’interno del trattato di Basilio Valentino, avrei voluto mantenere la varietà tipografica dell’originale, con l’alternanza di corsivi, maiuscole e corsivi in maiuscolo utilizzati dall’Editore. Ci sono riuscito in parte: in realtà nelle parole tutte in maiuscolo nell’originale la prima lettera è di una dimensione maggiore delle seguenti.
L’EDITORE
AL LETTORE
Da:
BASILE VALENTIN
Révélations des mystères des teintures essencielles
des sept métaux,
Paris, 1645, Jacques de Senlecque
_________________________
AMICO LETTORE,
il Mio progetto essendo di farvi vedere la decorazione di un TEATRO CHIMICO6, sul quale non appaiono come Attori che persone7 d’autorità irreprensibile nell’intelligenza delle Meraviglie della TIPOGRAFIA o stampa delle firme, e dell’ARMONIA o temperie universale di tutte le cose più curiose che siano nella Natura, specialmente in ciò che riguarda la preparazionedel grande ELISIR o MEDICINA universale dei Filosofi ERMETICI.
Io pretendo di trovare la disposizione di questa impresa nella mia Marca o SCUDO Armonico e Tipografico8 di cui ho estratto il disegno d’una piccola figura9 che ho posto nel frontespizio di questo LIBRO in favore dei SETTE Autori marcati in esso, & in particolare di BASILIO VALENTINO & di ERMETE Trismegisto dei quali l’uno è d’Occidente e l’altro d’Oriente, i quali io spero dovranno essere i due principali Tutelari di questa Marca o SCUDO summenzionato.
La decorazione di questo TEATRO consisterà primariamente in SETTE Colonne diversificate, ognuna del Colore & circostanze particolari di Relazioni armoniche che si possono osservare nel Blasone di ognuno dei SETTE metalli.
Questo medesimo TEATRO sarà rischiarato da SETTE principali Candelieri di Cristallo, circondato ciascuno da molti piccoli brillanti, di tutti i Colori diversi dei Minerali & marcassiti che simbolizzano per ciascuno dei SETTE Metalli su allegati, che rappresenteranno la figura dei Caratteri dei SETTE Pianeti, dai quali dipendono i diversi Astri & Costellazioni composte ognuna di molte Stelle.

Fig. 2: Il cosiddetto ‘scudo armonico’ (Escusson Harmonique) concepito da Jean II de Senlecque, nella versione colorata rinvenuta e riprodotta da Eugène Canseliet, a suo dire eseguita da ‘un copista delle Opere di Filalete’10.
Gli Attori della prima SETTI-mana11 saranno i SETTE Autori marcati nella detta figura di frontespizio di questo LIBRO, che sono ERMETE, Geber, Raimondo Lullo, Artefio, Basilio Valentino, Flamel e il Cosmopolita; fra di essi ce ne saranno due che cominceranno l’Ouverture di questo teatro, ovvero Basilio Valentino ed ERMETE Trismegisto Principe dei Filosofi.
Ognuno di questi Autori farà SETTE entrate di TEATRO che comporranno le SETTE scene di ciò per le quali voi intenderete (essere) meraviglie nel soggetto delle SETTE preparazioni che ho marcato con SETTE flaconi che sono rappresentati nella suddetta figura di frontespizio summenzionata, & per la spiegazione dei SETTE Caratteri apposti su di essi.
Questa prima SETTI-mana comincerà dal Mercoledì in onore del MERCURIO dei Filosofi, e poiché MERCURIO, secondo l’opinione degli Antichi nella loro Mitologia, è l’inventore della MUSICA che sarà a ciascun Intermezzo, laddove il concerto essendo a due cori, avrà uno dal lato d’Oriente & l’altro d’Occidente, sarà composto da SETTE voci & da SETTE strumenti i due principali dei quali saranno il Basso di VIOLA a SETTE Corde12, e un Clavicembalo organizzato per le risposte & i raddoppi del DIAPASON dei SETTE tubi che sono rappresentati nella piccola figura su allegata13. Se io avrò Tanta fortuna (Amico Lettore) da ricevere testimonianza della vostra approvazione su questo mio disegno, vi posso assicurare che apporterò tutta la diligenza possibile per mettere in luce a voi il resto dei SETTE Trattati manoscritti di Basilio Valentino che io ho tradotto in Latino dalle sue opere stampate in Germania, che non sono ancora state viste né in Latino né in Francese, le quali vi prometto in traduzione Francese; nelle quali io spero così di farvi apparire in uno stile molto più intelligibile che non sia mai stato fatto prima d’ora i vari sentimenti di ERMETE Trismegisto nel suo trattato Arabo della Rivelazioni dei SETTE SIGILLI Egiziani, il quale potrà essere seguito dai SETT-anta Trattati di questo Principe dei Magi o Filosofi d’Oriente, visto che si ritiene che egli abbia scritto in Arabo più di trecento volumi per realizzare il Corso perfetto della MEDICINA Filosofica, che si chiama ERMETICA, in ricordo di tale vero Interprete della Filosofia naturale e soprannaturale.
Dopo ciò, seguendo il favorevole accoglimento che voi farete ai due autori sunnominati, io potrei così mettere sotto la Pressa numerosi trattati dei rimanenti dei SETTE che sono nella detta figura14, entro la quale io spero che questo ammirabile GENIO del Martire & Religioso illuminato RAIMONDO LULLO, questo Principe dei più dotti Filosofi d’Occidente, che si ritiene abbia scritto in Latino più di trecento volumi sulla MEDICINA universale dei Filosofi, mi sarà favorevole per voi fare vedere per l’Elite (per scelta, una selezione) dei circa SETTanta dei suoi più bei trattati, tutti quelli che si può desiderare dai più curiosi sui meravigliosi effetti della vera ALCHIMIA, & potrei cominciare dai suoi trattati delle SETTE ruote della Filosofia15.
E se mi è permesso aggiungerò ancora le opere di diversi altri autori che la singolare dottrina ha reso raccomandabili nell’una & l’altra MEDICINA, come fra gli altri Henry Khunrath, che la Germania ci ha prodotto, del quale io vorrei mettere in luce SETTE trattati che non sono stati ancora visti in Francese, cioè l’Anfiteatro16,l’Apocalisse, il Trattato del FUOCO17, della Magnesia, del’Athanor, del Simbolo e della Confessione.
Il primo di questi trattati18 insegna il mezzo per pervenire alla saggezza Eterna per SETTE gradi (che quest’Autore chiama Teosofici)19 per mezzo dei quali si arriverà alla porta di questo Anfiteatro che è diviso in SETTE Cellule, in onore delle SETTE divise o SETTE leggi dell’Oracolo che egli chiama Cristiano-Cabalistico, Divino-magico & Fisico-Alchemico.

Fig. 3: Il Frontespizio realizzato da Senlecque per i due trattati di Basilio Valentino e Jean Brouaut da lui pubblicati nel 1645 e 1646.
In breve per completare questo TEATRO Alchemico & non lasciare nulla da desiderare, nelle prove delle verità della Filosofia ermetica, potrei inoltre, per mia volontà di divertimento (consolazione) redigere per SETTI-mane, & unire a questo progetto i trattati più considerevoli di Arnaldo da Villanova, di Rupescissa, del Conte Bernardo Trevisano, di Morieno, di Isacco l’Olandese, Paracelso, Khalid, Albumasar, Rashid B, Ali senior, Pietro Bono, Rossino, Guglielmo, & Cristoforo Parigino, Polifilo, Rhasis, Sinesio, Damasceno, Avicenna, Platone, Mehun, Ripley, Augurelli, d’Austin, Bacone, Pontano20, Zaccaria, di Agricola, del Principe della Miranda21 & altri22; fra i quali gli uni essendo trattati delle SETTE Clavicole o SETTE Querce della Filosofia; gli altri delle SETTE Chiavi del Paradiso; un altro ha composto lo Specchio dell’Alchimia diviso in SETTE Capitoli ove le SETTE lettere iniziali esprimono di seguito il nome di uno dei SETTE Pianeti Ermetici23. E se io riconosco che essi sono curiosi di vedere ancora le belle ricerche che sono nelle opere di Maier, io ne potrei stampare SETTE trattati dei quali il primo è intitolato SETT-imana Filosofica24.

Fig. 4: Probabilmente Jacques de Senlecque si riferiva a questa edizione della Settimana Filosofica di Maier, edita in Latino in Germania nel 1620 (vide nota).
Infine, per concludere il mio primo & particolare disegno in favore della TIPOGRAFIA & dell’ARMONIA, io spero che il LETTORE Curioso meditativo potrà congetturare facilmente per mezzo della lettura del LIBRO che segue, che l’invenzione & l’esercizio della nobile Arte della TIPOGRAFIA è del tutto Filosofico, allorché gli piacerà fare riflessioni sulle prerogative & altri vantaggi che BASILIO VALENTINO attribuì a MARTE & VENERE Ermetici25, che potrebbero essere gli ipotetici Agente & Paziente dei Filosofi; & allorché egli vorrà metterli in Parallelo con le diverse circostanze della fabbricazione26 & dell’uso dei Prototipi e dei Punzoni di STAMPA poiché essendo l’Acciaio simbolizzato con MARTE & poiché essendo le matrici di rame sono una medesima cosa con VENERE: oltre a ciò gli Stampi dei Caratteri meritano di essere comparati al vaso nel quale si fa la generazione ermetica; & specialmente si potrà osservare che il SEGRETO della trasmutazione metallica di SATURNO di cui parla il nostro Autore alla fine di questo Trattato si pratica nella proiezione Filosofica & Tipocusica27 che si deve fare sul medesimo SATURNO, che è la base della materia di detti Caratteri e TAVOLE di STAMPA28.

Fig. 5: Ritratto di Heinrich Khunrath, da un’edizione del suo trattato più noto del 1609.
Infine, se si osserva ancora ciò che ha descritto nel LIBRO che concerne la Carta da Stampa, si troverà che la sequenza delle operazioni filosofiche viene esattamente rappresentata; & a riguardo dei misteri Fisici che sono celati nell’operazione di cui ci si deve servire per fare l’Inchiostro dal quale si Stampa, io spero di farvi vedere tramite altri trattati più oltre, ciò che numerosi grandi29 Autori hanno scritto del Dissolvente o Olio dei Filosofi; cioè la Vernice Oleaginosa in cui essi facevano la Dissoluzione di ciò che chiamavano nigrum nigrior nigro30; donde verosimilmente il saggio Raimondo Lullo ha avuto occasione di comporre il trattato intitolato Tractatus Atramentorum31: “de forte” che non è senza motivo se io so sostenere e sfidare a provare più ampiamente che c’è di questa dotta Arte di STAMPA che i Curiosi si debbano sperare delle figure più spontanee & dei Tipi i più perfetti dei misteri ammirevoli della Fisiologia la più curiosa; vedere ugualmente della Teologia la più contemplativa.

Fig. 6: Frontespizio dell’edizione del 1646 del Trattato di Basilio Valentino da cui è tratto l’Avviso al Lettore in cui Senlecque parla del suo ‘Théâtre Chymique’ (Fonte: Google libri).
Questo trattato delle TINTURE potrà rendere il Lettore Curioso amatore dei due Colori principali della Filosofia ERMETICA, che potrà osservare per [tramite di] questo libro [e] non aspirare che al bianco o al rosso; & se egli cade dopo ciò nel sentimento di molti che stimano che la GRAPPA di radice sia una delle più considerevoli materie di questi Filosofi, o che il Succo di questa GRAPPA possieda naturalmente e per preferenza l’uno o l’altro di questi due colori; io lo invito a chiarire il loro uso, e voler vedere un altro libro che io ho nuovamente ottenuto di Stampare che tratta molto curiosamente dell’ANATOMIA teorica & pratica del VINO32, & dell’uso vantaggioso della sua ACQUA DI VITA alcolizzata33, che i Filosofi chiamano il loro CIELO, nel quale si possono porre tutti i Pianeti & le costellazioni dell’Astronomia inferiore34, e particolarmente questi due grandi luminari del SOLE & della LUNA Ermetici35 chiamati volgarmente ORO e ARGENTO potabili, in cui le virtù sono così ammirabili e così efficaci, che non ha pressoché niente di impossibile in questo mondo chi ne possieda il TESORO36, così che il curioso Lettore potrà, se gli piace, osservare più a lungo dentro un altro Trattato che io ho stampato da poco tempo sull’Astronomia inferiore dei SETTE METALLI, & sull’ARMONIA dei loro sistemi37; insieme dei dodici segni dello ZODIACO & [delle] altre costellazioni del CIELO dei Filosofi ERMETICI.
E riguardo all’ARMONIA; sia che si consideri quella dei suoni chiamata MUSICA; o allo stesso modo quella delle relazioni& giustificazioni esatte dei Caratteri & TAVOLE di una bella & Corretta stampa senza scrivere in questo luogo i curiosi ragionamenti dell’incomparabile Raimondo Lullo e altri: io mi accontenterò di dire in termini generali che non si può sperare in geroglifici più notevoli per rappresentare l’ARMONIA della vera Logica che insegna i veri accordi di uno o più attributi con un soggetto, in cui consistono le vere conoscenze di tutte le facoltà della Scuola & di tutte le scienze più di rilievo, & in particolare la SINFONIA delle Inclinazioni Magnetiche degli Elementi o Principi, & delle qualità o temperamenti di tutti i Mistiche sono nell’UNIVERSO; & specialmente quella dei diversi Caratteri delle Passioni; o delle Materie Filosofiche, la Melodia & accordo pacifico delle quali è il fine principale di tutti coloro che si applicano allo studio della TEOLOGIA morale & della FISIOLOGIA universale dei Filosofi ERMETICI.
CONSIDERAZIONI
L’idea del ‘Theatrum Chemicum’ (che va tradotto, secondo il nostro parere, non con ‘Teatro Chimico’, bensì con ‘Teatro Alchemico’ per non generare confusione in chi legge) il nostro erudito musico e tipografo la riprende, come accennato, dall’opera monumentale di Zetzner, alla quale verosimilmente si ispirerà anche Elias Ashmole.
La dimestichezza con la pratica e la teoria musicali di Jacques II de Senlecque correda la descrizione con una ‘visione’ di tipo effettivamente teatrale, scenografica, direi quasi operistica nel senso in cui si sta sviluppando (in Italia, principalmente) l’arte dell’Intermezzo e che evolverà nell’Opera Lirica emancipandosi dalla propria iniziale funzione di elemento di separazione fra le varie scene in cui con la musica si intrattiene il pubblico a teatro.
Questo avviene già nel 1589, a Firenze, con ‘Gli Intermedi della Pellegrina’, realizzati per il matrimonio di Ferdinando de’ Medici con Cristina di Lorena che superarono di fatto in importanza l’opera di teatro ‘La Pellegrina’ di Girolamo Bargagli, anche se ancora si dovrà attendere per avere un’opera teatrale con musiche scritte da un solo autore, mentre questi intermedii contengono musiche di Cristofano Malvezzi, Emilio de’ Cavalieri, e molti altri.
Senlecque concepisce dunque sette intermezzi di sette scene, con due cori a sette voci, con clavicembalo e organo (egli cita ‘il diapason di sette tubi’ presente nel suo ‘Scudo Armonico’, ovvero un piccolo organo positivo38) ed altri strumenti (la viola a sette corde), e si preoccupa anche delle scenografie, il tutto con un profondo significato simbolico sia astrologico che alchemico il cui legame comune è il numero sette.
Tuttavia la sua preoccupazione principale è quella della divulgazione del sapere ermetico, per cui dopo questa prima parte egli si sofferma sulle opere che ritiene importanti in campo alchemico, citandone gli autori più importanti.
Senza che venga chiamata con questo nome di ‘Teatro’, si svilupperanno poi altre opere che, con la metafora del teatro stesso, si propongono la divulgazione di insegnamenti ermetici: penso infatti al ‘Carlo V’ di Francesco Maria Santinelli, un testo teatrale ricco di riferimenti all’Arte Regia che l’alchimista pesarese allievo di Gualdi dedicò a Leopoldo I39.
D’altro canto fu proprio Heinrich Khunrath ad adoperare il termine ‘Amphitheatrum’ (non Chymicum o Chemicum tuttavia) già nel 1595 per il suo più noto trattato di Alchimia, quindi in epoca precedente quella del nostro autore, ma nel quale il termine viene impiegato come paradigma della propria visione ermetica e non con così stringenti metafore con il teatro come lo conobbe, evidentemente, Senlecque.
In conclusione, l’interessante figura di questo erudito del ‘600, costretto dal fato a condurre la stamperia paterna, dimostra di porsi, con il suo eclettico sapere, come ponte fra discipline artigiane come la Tipografia, da lui elevata a metafora simbolica dell’Armonia, la Musica, la Letteratura e le Scienze Sacre.
Per gli indagatori più esigenti, è stato messo a disposizione il testo riportato con una traduzione la più letterale possibile al fine di non disperdere eventuali sensi ‘fonetici’ o cifre numeriche o finanche tipografiche che possano essere utili alla propria individuale ricerca operativa.
Chemyst
N. B.: Ogni diritto è riservato
NOTE
1 La metafora del Teatro Chimico avrà una lunga fortuna nella trattatistica alchemica. Jacques de Senlecque probabilmente ha letto il Theatrum Chemicum edito da Zetzner nel 1622, riprendendone qui il concetto. Essendo invece il Theatrum Chemicum di Ashmole uscito nel 1652, non poteva conoscerlo al momento di questa pubblicazione che è del 1645.
2 La ‘Lettera del Sommo Filosofo Giovanni Pontano’, nella quale si tratta della Pietra che è chiamata dei Filosofi’ è comparsa in tre diverse edizioni del Theatrum Chemicum edito da Zetzner nel 1622 (vol. III, pp. 826-828); nel 1661(vol. III, pp. 734-736 e vol. VI, pp. 487-489); dell’ultima è stata recentemente pubblicata una bella traduzione in Compos Stellae, Offerus Criophorus, Orthelius Dévoilé, Roma, 2021, Youcanprint, pp. 76-84. Jacques de Senlecque non può aver avuto accesso che alla prima edizione del 1622, essendo deceduto prima dell’uscita delle due successive.
3 Laurent Guillo, Les éditions musicales imprimées par Jacques I de Sanlecque, Jacques II de Sanlecque et par Marie Manchon, veuve Sanlecque (Paris, ca. 1633-1661). Christine Ballman; Valérie Dufour (Eds.) “ La, la, la… Maistre Henri”: Mélanges de musicologie offerts à Henri Vanhulst., Brepols, 2010, Centre d’Etudes supérieures de la Renaissance, pp. 257-295.
4 Elias Ashmole, Theatrum Chemicum Britannicum, containing severall poeticall pieces of our famous English Philosophers, who have written the Hermetique Mysteries in their owne ancient language, London, 1652, J. Grismond for Nath. Brooke
5 Anticipiamo che essi sono Ermete Trismegisto, Basilio Valentino, Geber, Artefio, Flamel, Lullo e il Cosmopolita
6 vedi Fig. 1
7 In questo caso si riferisce al Piombo minerale, usato per fusione per realizzare i caratteri.
8 vide nota 12
9 Heinrich Khunrath, De igne magorum philosophorumque secreto externo & visibili; das ist, Philosophische Erklahrung, von, und uber dem … Gludt und Flammenfewer der uhralten Magorum oder Weysen … Beneben andern zweyen Tractätlein: deren das erste in … Judicium … eines erfahrnen Cabalisten und Philosophen uber die 4. Figuren desz grossen Amphitheatri. Strassburg. 1608
10 Eugène Canseliet, Trois anciens traités d’alchimie, op. cit.
11 ‘Persona’ è qui inteso con l’accezione greco-latina di ‘personaggio’. Ricordo che la funzione del Teatro, soprattutto quello Greco, era sacra.
12 Si riferisce al piccolo organo (o flauto di Pan) del cosiddetto “Scudo Armonico”. Su questa immagine abbiamo in corso uno studio approfondito, incluso nell’ambito di ricerche sulla figura di Jacques de Senlecque II.
13 Si riferisce all’Ars Magna generalis et ultima di R. Lullo.
14nel testo originario è scritto ‘alKoholisee’
15 Henry Khunrath, Amphitheatrum Sapientiae Aeternae, op. cit.
16 Una curiosità in proposito: la viola a sette corde è attribuita, come invenzione, al grande compositore e violista francese Saint_Colombe, nato nel 1640, che aggiunge un La grave alle sei corde sin lì utilizzate. Senlecque tuttavia, che utilizza l’immagine a scopi simbolico-allegorici, dice che in Francia (all’epoca della pubblicazione del ‘Traité de l’eau de vie’, 1646) non ce n’erano, mentre ne aveva viste alcune in Inghilterra. E’ questa una testimonianza che potrebbe avere un rilievo musicologico non da poco.
17 Per i più ‘curiosi’ (secondo la definizione che lo stesso Senlecque attribuisce agli alchimisti e in generale agli indagatori dei meccanismi della Natura) suggerirei di non limitarsi all’attribuzione di Ferro e Rame metallici alle due divinità (o pianeti) qui citate, ma (considerando dal punto di vista ermetico anche il mito dell’accoppiamento di Marte e Venere, sorpresi ed ‘irretiti’ da Vulcano) l’accenno a due prodotti avanzati dell’Arte.
18 Michael Maier, Septimana philosophica, qua aenigmata avreola de omni natvrae genere a Salomone Israëlitarum sapientissimo rege, & Arabiae regina Saba, nec non Hyramo, Tyri principe, sibi inuicem in modum colloquii proponuntur & enodantur …, Francofurti, 1620, Typis Hartmanni Palthenii, Sumptibus Lvcae Iennis
19 ‘Il nero più nero del nero’
20 E’ un neologismo creato dall’erudito tipografo relativo all’arte della stampa
21 Francesco Maria Santinelli, Sonetti Alchemici e altri scritti inediti, a cura di M. T. Partini, Roma,1985, Mediterranee.
22 Lazarus Zetzner (Eredi), THEATRUM CHEMICUM, Praecipuos Selectorum Auctorum Tractatus de Chemiae et Lapidis Philosophici Antiquitate, veritate, jure, praestantia, & operationibus, continens: In gratiam Verae Chemiae et medicinae Chemicae studiosorum (ut qui uberrimam inde optimorum remediorum messem facere poterunt) congestum, & in Sex partes seu volumina digestum, SINGULIS VOLUMINIBUS, SUO AUCTORUM ET LIBRORUM Catalogo primis pagellis: rerum verò & verborum Indice postremis annexo. ARGENTORATI, Sumptibus Haeredum Eberh. Zetzneri, M.DC.XXII. Isaac Hachbrecht (ed.).
23 Nell’originale ‘graves’
24 Nel testo in realtà è scritto ‘LUNE Hermetique’, può essere mancante per errore la ‘s’ finale, oppure intende davvero ‘Luna Ermetica’?
25 nel testo: ‘s’ystèmes’
26 nell’originale: SEPT-maine
27 Il Tractatus Atramentorum (Trattato degli inchiostri, letteralmente) di Raimondo Lullo è ricordato nell’elenco di numerose opere storiche sull’alchimia, fra le quali quella di Lenglet-Dufresnoys (1742) e quella di Borel (1653), mentre questa citazione di Senlecque è anteriore ad entrambe (1645). Ad oggi non ho trovato un originale di Lullo, né una ristampa successiva.
28 Si riferisce all’immagine di frontespizio, vedi Fig. 2
29 Da questo ricco elenco traspare ancora una volta la vastità delle conoscenze ermetico-alchemiche di Jean de Senlecque, nonché evidentemente della sua possibilità ad accedervi. Poiché nella biografia paterna nulla di tutto ciò traspare (anche se Canseliet suggerisce che fosse anch’egli introdotto all’Arte), è ipotizzabile che lo studio di tali opere e di tali autori sia avvenuto negli anni di soggiorno inglese del nostro editore, nonché dalla sua incredibile capacità di studioso.
30 Pico della Mirandola
31 Probabilmente si riferisce all’omonimo trattato di Ruggero Bacone; tuttavia anche Jehan de Mehun (1240-1304) ha scritto un Miroir d’Alchimie. Entrambi sono citati nel suo elenco. Se il primo è noto ai più, a torto Jean de Meun (Mehun, Meung) detto anche Clopinel lo è meno: oltre ad aver scritto Le Miroir d’Alchimie è l’autore della seconda parte del Roman de la Rose di Jean de Lorris.
32 vedi fig. 2
33 Paolo Lucarelli nella sua Prefazione alla seconda edizione del Mistero delle Cattedrali attribuisce ‘infinite possibilità’ al Mercurio Comune. Sembra qui che i due Alchimisti parlino della medesima cosa.
34 Jean De Bonneau, Abrégé de l’astronomie inférieure des sept métaux: Harmonies des systemes de ces sept planètes, ensemble des douze signes du zodiac & autres constellations du ciel des philosophes hermétiques, Paris, 1645 e 1646, Senlecque & Remy & Heinault.
35 Eugène Canseliet, Trois anciens traités d’alchimie, Paris, 1975, Pauvert; Eugène Canseliet, L’Alchimia. Studi di simbolismo ermetico e pratica filosofale, Traduzione di Paolo Lucarelli, Roma, 1985, Mediterranee
36 Heinrich Khunrath, Amphitheatrum sapientiae Aeternae, Hamburg, 1595
37 Nell’originale: (que cet autheur appelle) Thé-osophique
38 Nel testo ‘fabrique’
39 Jean Brouaut, Traité de l’Eau-de-Vie ou Anatomie Théorique et Pratique du Vin, Parigi, 1646, Senlecque