Cari Amici,
ecco, partendo per un congresso senza, per caso o per disegno, portato con me nè libri nè il PC, tutto mi appare un po’ strano, su questo autobus alle 4 del mattino, anche l’ingresso in autostrada che faccio fatica a riconoscere. Tuttavia, eccomi a scrivere nella incerta luce di cortesia, su un taccuino e con una penna fortuitamente (?) trovati nel borsello.
Sento di dover in qualche modo concludere l’articolo sulla Grand Coction, perchè forse il discorso dell’ottava è importante. Dal mio punto di vista, ancora al di fuori del Laboratorio e lontanissimo quindi dalla Terza Opera, si tratta di mera speculazione. Tuttavia le scale di sette note, per quanto evocative di riferimenti esoterici ed alchemici plurimi (i sette metalli, i sette giorni dell’Hebdomada Hebdomadum, i sette pianeti ecc. ecc.) termina su una nota cosiddetta ‘sensibile‘ che anela, al nostro orecchio occidentale e moderno, a ‘risolvere‘ sulla nota seguente, ovvero sulla nota che sta un’ottava sopra a quella iniziale, detta ‘fondamentale‘ o ‘tonica‘.
Fatto il check-in, attendo… Al di là delle considerazioni musicali (che però penso siano importanti: terminare una scala, sia pure scandita ad intervalli di ore o giorni, sulla sensibile lascia un senso di attesa, di incompletezza… ), qualche velata, velatissima indicazione di un ottavo suono qua e là si trova. I sette capotasti sulle sette corde della viola dell’immagine di Senlecques (vedi Parte I) sono uno di questi indizi: non tanto per le sette corde, che nella figura fanno ‘pendant‘ con le sette canne d’organo, i sette libri, i sette composti, ma i sette capotasti significano inquivocabilmente otto note, in quanto la corda risuona anche ‘a vuoto’; ciò significa che con la corda vuota e poi, via via, apponendo le dita su ogni capotasto si genera un suono più acuto. A questo punto, però, sorge un problema grosso: i capotasti nella viola da gamba innalzano la nota di un semitono, e non di un tono o di un grado di scala. Quella che si otterrebbe, quindi, è una scala cromatica.
Splendor Solis: in basso a destra c'è un organo positivo con tastiera cromatica
E’ curioso che Canseliet nel suo capitolo sulla Grande Cottura in Alchimia 2, nel ricordare il suo precedente, fallace tentativo del gennaio 1938, descrivendo l’accaduto parli di “gamma cromatica” riferendosi ai colori che vide alla rottura del suo Uovo filosofico; tuttavia, in quel discorso, egli sta parlando dei suoni (sibili) che si manifestavano durante la cottura ed ai quali corrispondeva un incremento di peso (massa). Per di più ‘gamma‘ e ‘scala‘ in molte lingue (fra cui il Francese) sono sinonimi in ambito musicale. Per restare a Canseliet, tempo fa ipotizzai una corrispondenza fra i pesi che riportava e le frequenze dei ‘sibili‘ che avvertiva con cadenza circadiana. Ebbene, essi sono molto poco distanti (come piccoli e scarsamente udibili scarti d’intonazione) da una tabella di scala cromatica. Faccio notare che, nell’edizione italiana del libro è erroneamente riportato, al V stadio, il valore di 369 g mentre nell’edizione originale il valore è 396, ed è più ‘intonato‘ come potrete verificare (corrisponde grosso modo alla nota sol). Come nella sequenza di suoni che si otterrebbero poggiando in successione le dita su ogni tasto della viola di Senlecques, no? E Canseliet, lo ricordiamo, parla di gamma cromatica.
Tuttavia, se si sottrae al valore totale dei pesi la ‘tara’ di crogiolo e mica, ovvero si considera solo il peso incrementale della ‘remora‘, si ottengono ‘suoni’ più gravi, ma in sequenza diatonica, ovvero una successione di sette gradi che realizzanouna scala cosiddetta ‘misolidia’ (con il settimo grado abbassato di un semitono rispetto alla nostra scala maggiore). Nei grafici, la serie 1 è il valore del peso indicato da Canseliet e nella serie 2 il valore in frequenza delle note. Nel fatto che essa si fermi su una settima minore mi pareva di aver individuato il ‘segno’ che l’operazione fosse destinata a non concludersi positivamente. In sostanza, Canseliet avrebbe dovuto attendersi una ‘sensibile’, ovvero una settima maggiore per… proseguire? Se la mia intuizione è esatta, bisogna forse attendere un ulteriore ottavo suono per ottenere la Pietra. Questa ‘ottava‘ corrisponderebbe così al raddoppio del peso e così della frequenza, in quella proporzione di 2:1 che è costantemente ricorrente in Alchimia.
In questo senso, potrebbe acquistare ulteriore valore l’immagine musicale riportata nelle Veritez Hermetiquez dove con un gioco ‘voluto’ di errori si punta l’attenzione su un’appoggiatura di Si che risolve su un Do, nota al culmine di un arpeggio di OTTAVA: quasi a dire, è lì l’ulteriore gradino verso la realizzazione dello scopo, è lì l’Ultimo Dragone, con un passaggio che, fra l’altro, in musica si chiama (come già accennato) “risoluzione“.
Purtroppo quando l’Autore, Captain Nemo, mi chiese di commentare l’immagine, non ancora avevo pensato a questa possibile interpretazione, che peraltro nulla ci assicura che sia fondata, e mi sono limitato a sottolineare l’apparente errore fatto nelle ‘Ingenuitez‘ ripsetto alle ‘Veritez‘.
In quell’arpeggio, poi, si torna indietro, verso la nota iniziale, in una sorta di Ouroboros ‘aperto’ lungo il rigo musicale (ahimè, soggetto quindi alla legge del Tempo… è curioso pensare che le prime notazioni musicali non erano ‘mensurali’, ovvero non riportavano indicazioni di durata): vorrà dire qualcosa? Anche nel ‘raffreddarsi’ la Pietra emette suoni? Via via discendenti?
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Come accennavo nella prima parte, questa digressione più che dare risposte pone domande:
- Bisogna attendere un ottavo suono?
- Bisogna avere una scala diatonica o una scala cromatica?
Non finisce qui: queste osservazioni si basano sul nostro sistema musicale, ma come si regolavano i Cinesi con la loro scala Pentatonica, o Geber con quella Araba? E poi:l’Anonimo delle R. H. ha voluto darci delle indicazioni precise con l’arpeggio di Do maggiore? In caso affermativo,se Canseliet parte da un Mib, è arrivato con un eccesso di peso all’inizio della Cottura (eccesso che non poteva essere che costituito da impurità) e quindi all’apice della sua scala l’apporto delle acque superiori è stato insufficiente? Oppure era semplicemente eccessiva la ‘tara’ di crogiolo e mica? Considerate che , in ogni caso, sarebbe arrivato comunque ben un semitono più in alto, prima di arrestarsi…
Quindi, alla fine: sette o otto suoni? Cromatica o diatonica? O esistono tutte queste possibilità insieme che conducono a risultati ognuno differente?
Anelo a verificarlo…
Chemyst